Affariitaliani.it | Salvare le aree agricole, fermare il consumo di suolo e la devastazione del Paese.
n Italia, ogni giorno, si legge nel comunicato stampa di palazzo Chigi, si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166%, con una perdita imponente di superficie agricola che impedisce al paese di soddisfare il fabbisogno alimentare e lo costringe ad aumentare le importazioni e il debito pubblico. Chi volesse approfondire potrebbe leggere il bellissimo libro di Salvatore Settis “ Paesaggio, Cemento, Costituzione” nel quale trova tutti i numeri dello sfacelo del paese e l’elenco delle leggi che l’hanno favorito, con i loro autori. La lettura lascia intravedere la corruzione diffusa che a destra e a sinistra, senza differenze di colore politico, ha trovato nella distruzione del territorio il terreno più favorevole per annidarsi ed espandersi. Territorio e sanità, sono stati e sono i settori privilegiati dalla mala-politica, dal malaffare, della degenerazione dei partiti. I responsabili diretti della catastrofe sono i sindaci, i quali, con poche eccezioni, avendo in mano il governo del territorio l’hanno utilizzato nel peggiore dei modi, in combutta con i capibastone dei loro partiti. A questa responsabilità diretta se ne associa un’altra, indiretta e morale: il silenzio che da Roma in su per 25- 30 anni ha favorito l’insediamento delle mafie, che non a caso hanno trovato nella cementificazione del territorio le migliori possibiltà di riciclaggio di denaro sporco e di investimenti in economia legale. Paolo Borsellino, che se ne intendeva e per questo è stato ammazzato, diceva che il migliore complice della mafia è il silenzio. E la stragrande maggioranza dei sindaci, scambiando il silenzio con la difesa dell’immagine delle città, hanno operato perchè di mafia non si parlasse. Non a caso ormai la mafia non ha più bisogno di uccidere: corrompe e compra nelle regioni ricche del nord del paese. La proposta del governo, di per sè segna una svolta e con un Parlamento diverso potrebbe essere migliorata. Essa prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno avuto aiuti di stato e comunitari. Inoltre viene incentivato il recupero del patrimonio rurale esistente e viene istituito un registro presso il ministero per identificare i comuni interessati, che hano strumenti urbanistici che non prevedono ampliamento di terreni edificati.La proposta però non è ancora arrivata alla Camera e al Senato. Eppure il tragitto è brevissimo. Qualcuno l’ha già bloccata? Sulla rete non ci sono appelli di sostegno e quanti ne propongono di continuo tacciono. Persino le associazioni ambientaliste osservano un rigoroso silenzio. La proposta non è stata nemmeno accolta con squilli di tromba dagli amministratiori locali i quali continuano a cementificare i loro territori incrementando il numero delle case vuote: al punto che ogni bambino che nasce nel nostro paese ha 36 vani a disposizione!. Milano ha 80 mila case vuote; a Roma pare che siano 200 mila e in una piccola città come Pavia 5000. Eppure ruspe e scavatori non si fermano mai. Anche se l’immobiliare è in crisi di vendite e le case restano vuote per anni. Ma chi se ne frega: basta riciclare il denaro e attendere, dal momento che il riciclaggio è un affare in sè. D’altronde il PIL della criminalità organizzata secondo Bankitalia ed Eurispes è di 200 miliardi all’anno e alla fine della crisi sarà molto più consistente.Una classe dirigente che favorisce, sia pure inconsapevolmente, l’aumento delle ricchezze mafiose, valutate 1000 miliardi di euro, distrugge il paese e lascia andare alla malora il patromonio culturale e monumentale, deve andare a casa senza se e senza ma. E al più presto