Il Sole 24 Ore | Pubblico impiego trainato dalle donne, calano dipendenti e spese

Rapporto Eurispes-Uil Pa

 

Pubblico impiego trainato dalle donne, calano dipendenti e spese

di Roberta Giuliani

 

L’Italia è l’unico Paese in cui negli ultimi dieci anni il numero dei dipendenti pubblici si è ridotto, con un calo del 4,7% pari a 158mila addetti e sono le donne a dominare la platea con quasi il 55% del totale di occupati. A rilevarlo è il Rapporto Eurispes-Uil Pa “Dalla Spending review al ritorno del Principe”, presentato oggi al Senato che evidenzia come due terzi degli impiegati lavorano in Regioni, scuola e servizio sanitario nazionale. La Lombardia con 409mila dipendenti è la Regione che conta più occupati, seguono il Lazio con 392.186 e la Campania con 303.211. Quanto alla distribuzione dei lavoratori sull’intero territorio nazionale, la ricerca mette in evidenza che il 34,8% è presente al Nord,il 33% tra Sud e Isole e il 31,9% al Centro.
Donne. Sono dunque le donne a trainare il settore soprattutto nelle istituzioni locali, dove passano dal 54,6% nel 2006 al 57,2% nel 2010 e segnano un differenziale con i lavoratori uomini del 14,4%. Il tasso di femminilizzazione nei diversi comparti si concentra soprattutto nei settori tradizionalmente “rosa” ovvero quelli dedicati alla cura della persona: “una tendenza che conferma, ancora una volta, la presenza di vecchi e radicati stereotipi che continuano a relegare la donna nei settori dell’istruzione e della cura. Infatti, la Scuola, specie quella elementare, materna e gli asili nido, è il comparto con la più alta percentuale di personale femminile (78,1%), seguito dal Servizio sanitario nazionale, dove le donne rappresentano il 64,2% del personale occupato”. In 15 Regioni su 20 la percentuale di donne occupate negli uffici pubblici supera la soglia del 50% (nel 2005 erano 11) e in 10 Regioni, nessuna però nel Sud Italia, il tasso di femminilizzazione è superiore a quello nazionale.
Spesa pubblica. Sul versante della spesa pubblica, un dato che viene rapportato al Pil, l’analisi evidenzia una drastica contrazione, si passa dal 52,5% del 2009 al 50,5% del 2011. L’aspetto più significativo riguarda la riduzione della spesa per redditi da lavoro sul totale della spesa corrente, il cui rapporto scende dal 23,7% del 2008 al 22,7% del 2011. Le retribuzioni lorde annue pro-capite attualizzate, considerando il triennio 2008-2010, hanno registrato un incremento del 2,55%, che in valori assoluti corrisponde a un aumento medio di 869 euro.
Per quanto concerne le retribuzioni lorde annue complessive per comparto, si spende di più: nel settore del Ssn, nelle Regioni e Autonomie locali e nei Corpi di Polizia. Il comparto più prodigo in assoluto è quello della Scuola (29.243 euro), che percepisce però il reddito lordo medio pro capite più basso.
Tipologie di contratto. L’analisi si sofferma poi sulle tipologie di contratto: nell’arco del triennio 2008-2010 si registra una drastica riduzione dei contratti di formazione (-74%) e dei lavoratori socialmente utili che calano di circa 4mila unità (pari a -15,47%) mentre aumentano di 1.592 unità (+17,23%) i contratti interinali. Anche nella formazione spicca il valore aggiunto delle donne: 46.315 a fronte di 41.072 uomini e sono le dipendenti di Comuni, Camere di commercio, enti pubblici e organi dello Stato a frequentare maggiormente i corsi. Dal 2010 si registra poi un incremento per la formazione intervento (8,4%), learning on the job e formazione lavoro ( 2,1) ed E-learning (4,2).
Nel panorama dei contratti domina quello a tempo indeterminato che interessa il 96,38% dei dipendenti pubblici, maggiormente utilizzato nel comparto della Scuola e in quello del Servizio sanitario nazionale (rispettivamente con più di 1.043 mila unità e 688 mila unità), mentre si riducono i contratti di collaborazione cooperative e continuativa.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle collaborazioni esterne, fenomeno sottoposto a forte restrizioni dalle ultime normative, il rapporto evidenzia che il 61% degli incarichi esterni si concentra al Nord, il 22% al Centro e il 17% al Sud.
Contenzioso. Nel 2011 i ricorsi in materia di pubblico impiego rappresentano il 24,1% con una riduzione considerevole di quelli presso i Tar. La Regione Lazio è quella con il più alto numero di ricorsi in tutti i settori, mentre la Sicilia ha il primato per i ricorsi nel comparto lavori pubblici. Per quanto riguarda i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche l’incremento più significativo si registra in Abruzzo (+214%), in Valle d’Aosta (+100%), in Trentino Alto Adige (+75%) e nel Lazio (+65%); al contrario, un’inversione di tendenza si osserva nella Regione Marche (-38%).
Nel caso delle erogazioni a danno dello Stato, si evidenziano inoltre aumenti significativi: la Regione Abruzzo (+750%) è quella che presenta il più alto incremento, seguita dalla Lombardia (+400%), dalla Sardegna (+300%) e dalla Calabria (+233%). Toscana, Umbria e Campania sono invece gli enti dove si registrano dei decrementi, rispettivamente pari al 90, 87 e 80%, anche se questa ultima Regione ha un particolare primato: è l’unico ente in cui tali reati sono commessi maggiormente dalla donne.
Assenteismo. Per quanto riguarda le assenze per malattia si assiste a una riduzione generalizza: a giugno 2012 sono state 5.001. In riferimento ai giorni sono Asl, Comuni e ministeri a registrare il dato più alto, mentre il valore massimo per numero di assenze si è registrato nelle regioni centrali, sia nel 2011 che nel 2012, stazionario con un minimo incremento nel Nord-Ovest e in calo nel numero dei giorni nel Nord-Est, con una riduzione pari al 16,2%.

 

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