Soggetti, voci, informazioni: La telefonia sociale di fronte al disagio e al diritto alla comunicazione 1991
L’informazione diventa un’elelemto privilegiato, fondante contro la segregazione, in quanto tende, o dovrebbe tendere al processo comunicativo, alla creazione di una rete entro la quale scorrere e scambiarsi. Ma anche la rete migliore può avere i suoi punti ciechi, luoghi nei quali l’informazione non giunge o vi arriva fortemente inpoverita. Se ci si lascia passare l’immagine della città-rete, ovvero di una realtà di punti infiniti interconnessi o potenzialmente interconnessi, allora è necessario gettare uno sguardo anche ai luoghi dove le informazioni si impaludano e acquistano il ritmo lento ed esasperante delle cose annunciate e mai verificatesi.
L’estate con le sue modificazioni dei ritmi sociali e con le sue fratture rispetto all’organizzazione ordinaria del vivere civile, mette in luce, impietosamente le insufficienze del sistema nei confronti dei soggetti più deboli. Per loro il vissuto quotidiano diventa ancora più difficile e, spesso impossibile.
L’indagine “Soggetti, voci, informazioni: la telefonìa sociale di fronte al disagio ed al diritto alla comunicazione”si struttura in sei capitoli, ognuno dei quali si basa su un’indagine campione.
I mutamenti di carattere sociale e tecnologico, per la velocità delle trasformazioni in atto, sembrano inibire la metabolizzazione, l’appropriazione graduale delle tappe intermedie, con l’effetto di saturare la comunicazione e l’informazione rendendole estranee, non fruibili, acritiche.
In questo contesto il ruolo delle telecomunicazioni diventa uno dei punti di riferimento per una valutazione del grado di sviluppo economico, culturale e civile raggiunto da una società.
Il problema che avevamo davanti era quello di capire, a livelli diversi, la conoscenza e il bisogno di telefonìa sociale da parte di categorie di cittadini in condizioni di svantaggio.
Per questa ragione il nucleo del nostro lavoro era rappresentato dal portatore di handicap e dai suoi familiari, a questi si affiancavano una serie di categorie e di soggetti con diversa responsabilità e qualità relazionale.
Tenuto conto di tale premessa, abbiamo pensato ad una impostazione metodologica per “cerchi concentrici”: al centro, vale a dire il primo cerchio, si trovano le famiglie con portatori di handicap; subito dopo le associazioni e le cooperative che lavorano nel sociale; dirigenti USL, ospedali e cliniche private; politici, amministratori, sindacalisti; giornalisti; un campione di cittadini.
Indice
Contenuti
Premessa
Nota metodologica
Capitolo 1. Indagine presso le famiglie dei portatori di handicap
Capitolo 2. Indagine presso Associazioni e Cooperative di solidarietà
Capitolo 3. Indagine presso le USL
Capitolo 4. Indagine presso un campione di Politici, Amministratori e Sindacalisti
Capitolo 5. Indagine su un campione di giornalisti
Capitolo 6. Indagine su un campione generale di 2.000 italiani
Capitolo 7. Allegati