Il risparmio punito. Il risparmio degli italiani negli ultimi cinque anni 2006

Negli ultimi cinque anni le famiglie italiane hanno ridotto il loro risparmio annuo del 40%, passando dai 106 miliardi accantonati nel 2001 ai 64 del 2005. La quota di risparmio è passata negli stessi anni dall’8,9 al 4,8% del Prodotto interno lordo.
La caduta della propensione al risparmio delle famiglie italiane è stata causata da un lato dalla crescente difficoltà dovuta all’aumento dei prezzi e dall’altro dai numerosi e forti disincentivi che sono sorti ad ostacolare ed a rendere meno appetibile il risparmio. In particolare la contrazione del reddito (dovuta ad un’inflazione non sufficientemente compensata dagli aumenti dei salari) ha costretto numerose famiglie del ceto medio a dedicare gran parte o la totalità delle entrate ai consumi per mantenere o cercare di non abbassare troppo il proprio tenore di vita. Ma vi sono state anche cause strettamente finanziarie: fra queste vanno ricordate le perdite subite dai risparmiatori a seguito dei default dei bond dell’Argentina, della Cirio e della Parmalat e l’abbassamento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro a seguito della riduzione dei tassi di interesse.
Il risparmio non ha le stesse dimensioni in tutto il Paese: vi sono grandi differenze nelle diverse aree geografiche, con una forte prevalenza del Nord e del Centro sul Mezzogiorno ed una concentrazione nelle grandi città. La differenza riscontrabile fra il Sud ed il Settentrione è dovuta sia al minor reddito disponibile che ad una minore predisposizione a depositare i soldi in banca nelle regioni meridionali e nelle Isole (26,2% contro il 28,6% del Nord).

Documento di Sintesi

Aumento dei prezzi e numerosi e forti disincentivi ostacolano il risparmio causando la caduta della propensione al risparmio delle famiglie italiane

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