Gli incidenti sul lavoro nel settore atipico 2003
Il rapido sviluppo del numero dei lavori atipici nel nostro Paese è riconducibile essenzialmente all’esigenza di una maggiore flessibilità nei rapporti tra datori di lavoro e dipendenti o parasubordinati, dovuta al recente cambiamento nelle modalità di produzione, ma soprattutto alla volontà di abbattere i costi del fattore lavoro. La cosiddetta Riforma Biagi introduce, nuove forme di lavoro, a orario modulato, ridotto o flessibile. L’area del lavoro atipico è destinata ad allargarsi. Oltre al part-time, all’apprendistato ed ai contratti di inserimento lavorativo, la legge introduce le seguenti forme contrattuali: il lavoro intermittente o job on call; il lavoro ripartito o job sharing; il lavoro a progetto; il lavoro accessorio. Tuttavia, dalla ricerca Eurispes-Ispesl emerge che per la sua stessa natura e struttura, il lavoro flessibile comporta un maggior rischio di incidenti e di malattie professionali, benché la frequenza degli infortuni nel lavoro atipico sia estremamente variabile e disomogenea. Indagini statistiche indicano, a tal proposito, che i tassi di mortalità e di infortuni (sul lavoro) dei lavoratori temporanei sono almeno due/tre volte superiori a quelli dei lavoratori stabili e permanenti, essendo generalizzata la tendenza ad assegnare a questi ultimi i compiti pericolosi, rischiosi o da prestarsi in ambienti insalubri che il personale, regolare dell’impresa, di norma, rifiuterebbe. Nel lavoro atipico, il fattore di rischio infortunistico è legato, pertanto, alla mutata organizzazione del lavoro, ed è amplificato dal notevole numero dei lavoratori occupati.
Indice
Contenuti
Introduzione
Le dinamiche dell’occupazione: trend generali e settoriali
I lavori atipici: radiografia di un fenomeno recente
Gli incidenti sul lavoro: nel settore atipico sono più frequenti?
Non solo infortuni: la correlazione tra atipicità, precarietà e stress
Conclusioni