Tg: nel prime time il “bis” della Pasqua blindata

L’informazione si concentra sulla seconda Pasqua in pandemia. Il caso Biot: episodio di spionaggio più grave dai tempi della guerra fredda. Tg La7: illegale intercettare i giornalisti nell’esercizio della loro professione. L’analisi dell’Ossevatorio Tg Eurispes – CoRiS Sapienza.
I Tg dal 29 marzo al 2 aprile – Nella settimana che traghetta l’Italia verso la sua seconda Pasqua blindata, il contrasto alla pandemia si conferma, con 31 aperture, il tema dominante. Tra edizioni assorbite dalla cronaca dell’epidemia, contrasti nel Cdm e nuovi provvedimenti, con l’arrivo d’aprile emerge qualche nota d’ottimismo per l’accelerazione registrata nella campagna di vaccinazione (in apertura, giovedì, per tutti meno Tg La7), a cui seguono le prime flessioni nella curva del contagio (apertura nel venerdì per Tg5 e Tg La7).
In uno scenario scandito dai quotidiani bollettini delle vittime, che in settimana superano le 110mila unità, il prime time appare in qualche misura “assuefatto” alla pandemia, e molti eventi che avrebbero fatto scintille solo pochi mesi fa, faticano anche solo a trovar spazio nelle scalette, e tanto meno stimolano reazioni.
Perfino il clamoroso caso di spionaggio che vede un nostro ufficiale di marina, Walter Biot, aver passato, per soldi, informazioni sensibili ai russi, descritto da Tg4 come «episodio più grave dai tempi della guerra fredda», riscuote mercoledì appena 4 aperture, con servizi per molti solo da metà edizione.
Anche la squallida vicenda siciliana, con l’assessore alla salute che invitava a “spalmare i morti” su più giornate per evitare che la regione andasse in zona rossa, occupa martedì spazi assai ridotti (apertura per Tg La7, ma titoli da metà edizione per gli altri). Persino “L’incredibile storia” della banda di truffatori bresciani che simulava finti rapimenti di matrice jihadista trova, sempre martedì, poche menzioni nei titoli, senza per altro suscitare particolari commenti, salvo quello “accorato” di Mentana.
Il prime time si dimostra più reattivo (com’è facile immaginare) nella pagina politica, dove si manifestano i consueti schieramenti. Molto attivo Tg4, che dedica due titoli alla “casta dei magistrati” a seguito delle rivendicazioni dell’Anm di maggiori tutele vaccinali, quasi subito rientrate. “Osservati speciali” anche Enrico Letta ed il neoleader 5 Stelle, Giuseppe Conte. Tg2 tra lunedì e martedì intervista sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni, e giovedì celebra l’incontro tra il leader leghista e quelli delle altre destre sovraniste, ungherese e polacca, nell’ambito di un progetto di “rinascimento europeo”. La nomina di Conte a leader dei 5 Stelle è titolo per Tg La7, ma non spicca nelle edizioni del giorno successivo.
Il processo per l’omicidio di George Floyd, accompagnato da nuove e agghiaccianti immagini che riprendono le brutalità della polizia americana, è presente nelle edizioni di giovedì, ma ottiene titoli solo su Studio Aperto e Tg3. La drammatica situazione del Brasile, dove si registra un record di decessi per contagi, viene inquadrata solo dai Tg Rai, con un buon approfondimento del Tg2 che raccoglie le testimonianze di una équipe di ricercatori, attiva nella città di San Paolo.
Disincagliata, martedì, la nave Ever Given nel Canale di Suez; l’informazione torna ad ignorare le coste africane, ed anche l’impennata di arrivi di profughi degli scorsi giorni (quasi 2mila) non trova pressoché menzione nei servizi. Questi temi vengono solo “sfiorati” venerdì da una denuncia di Tg La7 che, nell’ambito dell’inchiesta sulle Ong, denuncia le intercettazioni illegali di cinque giornalisti che non erano indagati. In un editoriale a braccio, Mentana ribadisce che nessuno, e ben che meno la Magistratura, può permettersi di operare legibus solutus, soprattutto nei confronti di giornalisti impegnati nel denunciare il traffico di esseri umani, e che negli anni hanno portato alla luce intrecci poco chiari, se non proprio imbarazzanti, tra lo Stato e gruppi di criminali libici.