Resoconto Incontro del Laboratorio Europa dell’Eurispes
Si è svolto lo scorso 18 dicembre un incontro del Laboratorio Europa dell’Eurispes, presieduto dal Prof. Umberto Triulzi, al quale hanno partecipato il Segretario Generale dell’Eurispes, Marco Ricceri, l’Amb. Rocco Cangelosi, la Prof.ssa Myrianne Cohen, il Prof. Francesco Gui, la Prof.ssa Rosella Di Bacco, il Dott. Tommaso Di Fazio, il Prof. Sandro Guerrieri, la Dott.ssa Maria Grazia Melchiorri, il Dott. Giuseppe Davicino e il Prof. Maurizio Franzini.
Il Prof. Triulzi, coordinatore del Laboratorio, ha salutato i partecipanti e avanzato alcune proposte di lavoro comune in vista delle elezioni europee, su cui i membri sono stati invitati a discutere.
L’Ambasciatore Rocco Cangelosi ha quindi illustrato il suo contributo conoscitivo sul tema della sicurezza europea, ricco di spunti e proposte. La guerra in Ucraina, la decisione dell’Europa di avviare le trattative per l’ingresso del paese nell’Unione e quindi anche dei sei paesi balcanici che ne avevano già fatto richiesta –oltre alla Moldavia e alla Georgia – sono tutti elementi che pongono delle sfide securitarie non indifferenti per il futuro dell’Unione. L’allargamento politico del progetto europeo ai paesi dell’Est – come è stato più volte sottolineato all’interno del Laboratorio Europa dell’Eurispes – deve tenere conto della necessità di una nuova programmazione economica, politica, sociale ma anche – ed è stato questo il tema centrale della riunione – militare e di sicurezza. La potenziale crisi dell’Alleanza Atlantica, minacciata dalla vittoria di leader sovranisti che hanno più volte manifestato scetticismi rispetto alla permanenza dei propri paesi nell’Organizzazione (come Trump negli Stati Uniti, ndr), pone l’Ue nella situazione di dover riflettere seriamente sulla possibilità di darsi un sistema di difesa comune. Dal punto di vista economico, i bilanci degli Stati membri dell’Ue in materia di difesa costituiscono una spesa enorme, superiore a quella delle maggiori potenze, ma dissipata a causa di un’assenza di programmazione e di coesione. Nel momento in cui si dovranno investire fondi per una difesa comune, sostiene l’Ambasciatore, si potrebbe ipotizzare un progressivo disimpegno degli Stati europei dal finanziamento della NATO, per non dare vita a nuove spese troppo gravose per i contribuenti dell’Unione, anche se la politica di difesa europea dovrebbe essere impostata in maniera complementare alla NATO, e non alternativa. A questo punto, la soluzione è politica: bisogna convincere gli Stati ad unire le forze e ad assumersi le responsabilità politiche per perseguirla.
Dello stesso parere la Prof.ssa Myrianne Cohen, che pone all’attenzione dei partecipanti in particolare il tema economico: il bilancio viene modulato in conseguenza di una minaccia geopolitica importante e, quindi, non si pone il problema della mancanza di fondi. Resta però da definire che cosa sia una minaccia, quale possa essere la sua natura, quanto questa minaccia spinga i leader europei ad assumere la scelta politica di investire risorse nella difesa comune per le Istituzioni e i cittadini dell’Ue.
Il Prof. Sandro Guerrieri ha evidenziato invece i rischi dell’allargamento dell’Unione europea: in passato questa politica ha funzionato, ma ha determinato una differenziazione troppo grande nella definizione della politica estera comune. Questo pone delle serie difficoltà nella scelta di una posizione europea univoca nel contesto delle relazioni internazionali, soprattutto in situazioni di tensione come quelle in Medio Oriente o in Ucraina. Per questo l’Ue dovrebbe tornare a reinvestire nello sviluppo di una politica diplomatica per rendere l’Unione un attore di pace o, quanto meno, di dialogo, a livello internazionale.
Il Dottor Tommaso Di Fazio, invece, pone un ragionevole dubbio sul progressivo sganciamento dall’Alleanza Atlantica: «Realisticamente – afferma – siamo certi di poter assumere decisioni diverse da quelle della NATO?». Almeno finché non torneremo a coltivare i valori europei e a ritrovare il senso dell’Europa unita, secondo Di Fazio la risposta è negativa. La discussione va dunque oltre la difesa, e implica la necessità di affermare il principio della condivisione delle competenze tra i Paesi membri, tra cui la difesa, abbandonando ogni tipo di istinto nazionalista.
A questo si riallaccia la proposta del Prof. Triulzi di dar vita ad una grande iniziativa che veda la partecipazione di numerose associazioni interessate, come il Laboratorio dell’Eurispes, ad affrontare, , in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo, temi europei di fondamentale importanza. Avviare una discussione con altre realtà associative e culturali potrebbe accentuare la risonanza delle discussioni interne all’Eurispes e riportare il dibattito sul futuro dell’Unione Europea al centro dell’agenda politica dei governi. Come sottolineato dal Prof. Marco Ricceri, ciò servirebbe a suggerire una serie di proposte e iniziative comuni, basate su un minimo comune denominatore di ideali e prospettive. Tesi condivisa anche dal Prof. Francesco Gui, che già nella scorsa riunione aveva consigliato di allargare il dibattito ad altri Enti, organismi e centri studio impegnati, come l’Eurispes, ad immaginare un futuro possibile per l’Unione.
Sulla proposta avanzata dal Prof. Triulzi di dar vita ad una serie di documenti riassuntivi delle riflessioni emerse, per presentare poi delle raccomandazioni concrete ad uso del Governo italiano e degli altri Stati membri, il Dottor Giuseppe Davicino sottolinea come occorra cercare il modo di mettere in evidenza anche la pressione esterna che incide sul cambiamento dell’Unione europea, rispetto alla velocità a cui sta cambiando il resto del mondo. Perché scatti la consapevolezza nei governanti della necessità di unire le forze sulle questioni fondamentali, occorre che vi sia anche la consapevolezza che il resto del mondo non sta ad aspettare il processo di integrazione dell’Unione europea. L’Europa, in sostanza, non può restare ferma a guardare ancora per molto.
In un clima di soddisfazione per il lavoro svolto finora, alla fine dell’incontro si è ragionato sulla creazione di alcuni documenti riassuntivi utili a porre le basi per il dialogo con le Istituzioni e con altre realtà della società civile.