Report: proposta Ue di “Direttiva sulle Comunicazioni d’Impresa in materia di Sostenibilità – CSRD”. Implicazioni e sfide per le imprese italiane

Il documento presenta i risultati delle riflessioni e approfondimenti condotti da esponenti attivi del mondo imprenditoriale in occasione del webinar organizzato da Eurispes in collaborazione Strategie e Sviluppo Consultants SSC, Interest – Integrated Reporting for SME Transparency e GRI, svolto a Milano a febbraio 2022. Nella occasione è stata presentata l’iniziativa dell’Eurispes per la costituzione di un “Laboratorio sulla sostenibilità” come tavolo di lavoro permanente, aperto alla collaborazione di studiosi, esperti, operatori, per l’approfondimento sulle opportunità-condizionalità per le imprese del processo di accelerazione verso un modello di sviluppo sostenibile.

Le indicazioni presentate nel documento riguardano le sfide che si sono aperte per le imprese italiane e si collegano alle seguenti innovazioni, europee e nazionali:

Nel quadro delle politiche che la Ue sta promuovendo in maniera sempre più incisiva per lo sviluppo sostenibile, in coerenza con l’appello delle Nazioni Unite ad intensificare le azioni in questo che è stato chiamato il “Decennio di Azione” (Decade of Action), rientra la proposta di “Direttiva sulle Comunicazioni d’Impresa in materia di Sostenibilità – CSRD” che entrerà in vigore nel 2023 e che è destinata ad avere un grande impatto sulla operatività delle imprese italiane.

La Direttiva ridefinisce l’obbligo delle aziende di redigere il “bilancio di sostenibilità” (a partire da 20mil di fatturato); definisce gli standard da seguire nella elaborazione della rendicontazione obbligatoria (con la conseguenza che non sarà più possibile rendicontare in base ai propri criteri autonomi); stabilisce che la rendicontazione dovrà essere formulata sia a consuntivo che prospettica (con la conseguenza che l’impresa dovrà illustrare non soltanto quanto ha fatto in passato ma anche cosa intende fare in futuro); definisce nuove condizioni in materia di responsabilità degli amministratori delle imprese. A livello internazionale, ad esempio in Germania, si stanno già manifestando segnali concreti circa la perseguibilità dell’imprenditore che nella sua rendicontazione omette di indicare gli standard di sostenibilità applicati (ESG), ovvero applica degli standard non congrui o sbagliati, coprendo in tal modo di operazioni devianti (misleading) o, al limite, di un ecologismo ingannevole (green washing).

L’Autorità Bancaria Europea (ABE-EBA) ha già emanato un documento che rende obbligatorio per le banche rendicontare sulla sostenibilità dei propri impieghi (in chiave di Governance, Social e Ambientale – ESG) e ha definito una serie di indicatori di rischi ESG che devono essere inseriti negli algoritmi di valutazione dei clienti (un processo che già viene applicato anche a prescindere dalla direttiva e che è in fase di notevole accelerazione).

Le grandi aziende, che hanno già introdotto sistemi di certificazione ESG e di sostenibilità, richiedono alla catena di fornitura informazioni e conformità (compliance) per poter a loro volta certificare la sostenibilità dei loro prodotti; una condizionalità che induce a sostituire i fornitori che non presentano la rendicontazione di sostenibilità (anche questo processo è in corso a prescindere dalla applicazione dei dispositivi della direttiva europea).

Il Report è visualizzabile al seguente link https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/decade-of-action-la-proposta-ue-di-direttiva-sulle-comunicazioni-dimpresa-in-materia-di-sostenibilita-csrd-implicazioni-e-sfide-per-le-imprese-italiane/

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