Le aperture dei Tg si concentrano sull’Italia in zona rossa. Report Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza

Stretta sul Covid, Italia in zona rossa. Mediaset cavalca lo “scontro” Conte-Renzi. Marittimi liberati: la politica si accapiglia, l’informazione festeggia.
I Tg dal 14 al 18 dicembre – L’attesa per la stretta sugli spostamenti nelle festività natalizie, comunicata in extremis nella serata di venerdì, ha costituito il principale tema delle edizioni di prime time, raccogliendo tra lunedì e venerdì ben 21 aperture. Nell’ipotizzare date e regole certe, i Tg hanno documentato di giorno in giorno i nuovi sviluppi, rilanciando nei servizi gli appelli dei presidenti di regione (Zaia, De Luca, Zingaretti), questa volta univoci nell’indicare l’esigenza di una stretta rigorosa. Molto spazio nei Mediaset alle voci degli imprenditori, con Tg4 che, martedì, dedica un titolo alla marcata diffusione della povertà generata dall’epidemia (in scaletta anche per Tg3). Sempre martedì, il prime time accoglie con soddisfazione la data del 27 dicembre per un Vaccino-day europeo, con apertura per il Tg3 e Studio Aperto.
La pagina politica è dominata dallo scontro interno alla maggioranza che si trascina per tutta la settimana, ottenendo diverse aperture dai Tg Mediaset. Deciso l’attivismo del Tg5 che, martedì, dedica la copertina ad un’intervista a Matteo Renzi (ripresa in parte nei servizi degli altri Mediaset nelle successive serate), per poi raccogliere, venerdì, l’opinione di diversi commentatori sulle richieste avanzate dal leader di Italia Viva (su Mes sanitario, Cybersecurity, ecc.), ed il loro potenziale impatto sul destino dell’Esecutivo. Molti commentatori anche su Tg4, che appare “divertito” nel parlare dei diversi “schiaffi al governo”.
Sempre per la politica, spazio alla bagarre sulla modifica dei decreti sicurezza. Anche stavolta, purtroppo, i servizi si concentrano proprio sugli scontri e le accuse lanciate dalle fazioni avverse, mentre non compare alcun riferimento a dati o cifre che riguardino il fenomeno migratorio, la situazione dei paesi di partenza o la lotta contro i trafficanti di esseri umani.
Liberi i marittimi di Mazara del Vallo. Sansonetti al Tg4: “non capisco cosa ci sia da litigare”. Tg La7 critica il “Salvini complottista”
La liberazione dei marittimi di Mazara del Vallo, rimasti per 108 giorni in Libia nelle mani delle forze di Haftar, arriva giovedì pomeriggio come un fulmine a ciel sereno, scompaginando le edizioni: aperture per Tg1, Tg3, Tg5 e Studio Aperto, con l’ammiraglia Rai che intervista in diretta un soddisfatto ministro Di Maio. Grande lo spazio nei servizi sulla gioia dei familiari, la cui continua mobilitazione, per diverse testate, è stata l’elemento essenziale per imporre questa vicenda all’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità.
Il Tg4 nei mesi passati era stato il più attento a questa vicenda, ricevendo per questo anche qualche nostro complimento. Ma giovedì, non potendo riconoscere questo “successo” al governo, il Tg di News Mediaset ha posposto alla notizia le polemiche del giorno, per poi enfatizzare nei servizi l’accusa mossa dalle opposizioni al governo di volersi “prendere il merito” di un successo della nostra Intelligence. Si consuma così un altro piccolo cortocircuito, quando il direttore del Riformista, Piero Sansonetti, dichiara di non capire le ragioni di questo ennesimo scontro, e di essere più interessato alla trattativa che ha portato a questo risultato. Della stessa opinione anche Mentana, che nel suo Tg affronta la notizia da una prospettiva più ampia, domandandosi se e quanto la visita del Premier italiano a Bengasi – prima nel suo genere – fosse stata realmente necessaria, e se Haftar abbia chiesto e ottenuto dal nostro governo qualcosa di più che l’endorsement insito nell’incontro stesso.
L’ufficializzazione della Presidenza di Joe Biden viene data senza grande spolvero dai Tg di mercoledì, con titoli per Tg5 e Tg La7. I Tg Mediaset, Tg2 e Tg La7 tengono alta l’attenzione sulla vicenda che coinvolge Ranieri Guerra, Vicepresidente della sezione europea della OMS, finito al centro del caso diplomatico sul “Rapporto scomparso” che criticava la gestione italiana della pandemia.
In conclusione, da segnalare l’attenzione di Mentana verso forme di comunicazione politica basate sulla disinformazione che, mercoledì, lo porta a titolare sulle dichiarazioni di Salvini, criticando esplicitamente il leader leghista per aver rilanciato al Senato la tesi del virus prodotto in un laboratorio di Wuhan, fake news assai cara alla retorica trumpiana, e alla base di numerose teorie complottiste.