Intervento sulla presidenza BRICS 2023 del Sudafrica del Segretario generale dell’Eurispes, Marco Ricceri, alla conferenza internazionale “La crescita dell’Asia”

INTERNATIONAL AND INTERDISCIPLINARY CONFERENCE
“THE RISE OF ASIA – GLOBAL CRISIS: WHAT PERSPECTIVES
FOR ASIA AND THE WORLD? “
Paris, University Paris 1 Panthéon-Sorbonne, February 8, 2023
Le Havre, University Le Havre Normandy, February 9-10, 2023
Nota
Il Sudafrica e la Presidenza BRICS 2023
Quali prospettive per la cooperazione interna ed esterna del coordinamento?
di Marco Ricceri
Segretario generale dell’Istituto EURISPES, Roma – Italia
Coordinatore Laboratorio BRICS
Introduzione
Dal 1° gennaio 2023 il Sudafrica ha assunto la Presidenza del Coordinamento BRICS e ospiterà il XV Vertice programmato per il prossimo agosto 2023 sul seguente tema: “BRICS e Africa: Partnership for Mutually Accelerated Growth, Sustainable Development and Inclusive Multilateralism”. A differenza dei precedenti tre Vertici, svolti in video conferenza a causa delle restrizioni per il Covid, il XV Vertice si svolgerà in presenza, con la partecipazione diretta dei Capi di stato.
La presente Nota intende offrire degli elementi per valutare i seguenti aspetti principali della attuale cooperazione BRICS:
- obiettivi e strategia del Sudafrica in occasione della presidenza BRICS 2023;
- cooperazione interna dei BRICS;
- cooperazione esterna e prospettive di allargamento del coordinamento BRICS;
- possibile impatto sui processi di multilateralismo in corso;
- impatto dell’azione BRICS sulle aree di interesse dell’Unione europea e dell’Italia.
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Il Sudafrica e la Presidenza BRICS 2023: obiettivi e strategie
Il Sudafrica ha espresso con molto chiarezza gli obiettivi della sua Presidenza BRICS 2023. Secondo il Presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, il gruppo dei BRICS deve svolgere un ruolo importante nel guidare il processo di creazione di nuovi meccanismi decisionali all’interno delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali al fine di costruire un ordine mondiale più inclusivo, equo e stabile. In base a questo obiettivo strategico, il Sudafrica ha definito due assi di intervento su cui orientare le politiche BRICS nel corso del 2023.
Il primo asse di interventi fa riferimento al principio secondo cui uno degli scopi principali del coordinamento è di tutelare e promuovere gli interessi nazionali degli Stati membri (cooperazione interna). Di conseguenza, il Sudafrica si pone l’obiettivo di poter usufruire della collaborazione degli altri Stati BRICS per sostenere con adeguate iniziative commerciali e di investimenti il proprio Piano Nazionale di Sviluppo.
Il secondo asse di interventi fa riferimento alla proiezione esterna della cooperazione dei BRICS che opera secondo il principio di contribuire alla costruzione di un modello di sviluppo più equilibrato e condiviso di quello attualmente esistente. In questo caso, il Sudafrica intende agire nelle seguenti molteplici direzioni:
a) sul piano regionale, con riferimento al continente africano: impegnare i BRICS nel sostegno alle iniziative dell’Unione Africana (UA), il principale organismo di coordinamento del Continente e, soprattutto, al suo programma strategico dell’Agenda 2063. In sostanza, creare una sinergia stretta BRICS-Africa;
b) sul piano internazionale, promuovere con i BRICS l’Agenda del Sud Globale (Global South), collegando questo impegno al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile enunciati dall’Agenda 2030 dell’ONU;
c) a livello globale, infine, premere nelle sedi internazionali per garantire una rappresentanza adeguata ai paesi emergenti e in via di sviluppo ed una loro effettiva partecipazione alla governance dei processi globali. Si tratta, in sostanza, di dare un ulteriore impulso alla cooperazione esterna dei BRICS per incidere negli attuali equilibri/squilibri globali e contribuire all’organizzazione di un nuovo multilateralismo.
Come è già avvenuto nel corso del 2022 – in occasione della precedente Presidenza BRICS da parte della Cina, che ha promosso l’organizzazione di una fitta agenda di incontri tematici e accordi settoriali – anche per il 2023 il Sudafrica ha predisposto, in preparazione del Vertice di agosto, un analogo, intenso programma di attività: ben 117 eventi ai più diversi livelli di partecipazione (ministri, sherpa, dirigenti delle competenti agenzie nazionali, operatori economici primari, accademici, rappresentanti della società civile), segno innegabile dell’impegno del Sudafrica e dell’intero coordinamento nel perseguire gli obiettivi prefissati.
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Il processo di cooperazione interna dei BRICS
È un dato di fatto che – contrariamente ad alcune valutazioni negative emerse negli ultimi tempi sulla tenuta e l’efficacia del coordinamento – il processo di cooperazione interna dei BRICS si è consolidato in questi ultimi anni, ampliando in misura notevole l’area degli interventi e assumendo, progressivamente, un assetto ben orientato e strutturato, come è dimostrato, ad esempio, dal programma strategico di “Partenariato Economico 2025” che ha individuato le aree di maggiore intervento: dall’energia all’industria, dal digitale all’agricoltura, dal commercio ai servizi. Si tratta di progetti e piani condivisi e finalizzati soprattutto a soddisfare esigenze legate agli interessi nazionali di ciascun Stato membro, in una fase storica di crescenti cambiamenti e tensioni internazionali: dalla pratica delle sanzioni che gravano su un paese membro coinvolto in un conflitto (è il caso della Russia per la guerra in Ucraina), agli effetti di processi di cambiamento strutturale in corso, come quelli climatici o demografici (il caso dell’India che nel 2023, secondo le previsioni ONU, dovrebbe superare la Cina per numero di popolazione e diventare il paese più popoloso della Terra.
Questo avanzamento della cooperazione interna, in particolare nell’area dell’economia reale e dei servizi, è stato riconosciuto e commentato con favore dai Capi di stato come la via principale per “rafforzare l’efficacia dell’organizzazione”, come ad esempio si è espresso il Presidente indiano Modi in occasione dell’ultimo vertice di Pechino 2022, citando, tra l’altro, il valore dell’ingresso dei soci esterni nella banca dei BRICS, la Nuova Banca di Sviluppo (NDB), «il coordinamento tra i dipartimenti doganali» e «la creazione di un sistema satellitare condiviso».
Altre iniziative comuni molto importanti stanno maturando e sono in corso di definizione nell’ambito monetario, finanziario e creditizio. Con ciò siamo di fronte ad uno degli aspetti più significativi della cooperazione interna BRICS. A leggere i progetti in fase di attuazione ci si rende ben conto dei concreti passi in avanti che il coordinamento sta facendo per costruire un proprio originale sistema monetario e contribuire, questo il punto che viene evidenziato, ad una maggiore stabilità ed equilibrio dei mercati finanziari mondiali. I BRICS stanno procedendo nella formazione di una loro valuta comune (si sta discutendo anche del nome che dovrà avere la nuova moneta), di comuni riserve di investimento, di ampliare il sistema di accordi reciproci riguardo all’impiego delle valute nazionali – un passaggio quest’ultimo che è visto con particolare favore anche da molti Stati esterni al coordinamento, emergenti e in via di sviluppo. Oltre alla loro banca di sviluppo – NDB, e al Fondo di Riserva – CRA, negli ultimi tempi i BRICS hanno creato diversi organismi importanti come l’Insurance Pool, il BRICS Exchange Alliance; hanno elaborato uno specifico programma di supporto alle relazioni commerciali denominato “Promozione commerciale finanziaria”, un programma per le operazioni speciali legate alle attività di esportazione-importazione, etc. Certo, un impulso forte a intensificare le iniziative in questa direzione è venuto dalle tensioni emerse sulla scena internazionale, dalle sanzioni occidentali alla Russia, dalla caduta di molti elementi di fiducia tra i principali attori dello sviluppo mondiale.
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Il processo di cooperazione esterna dei BRICS
Come si è accennato, la cooperazione esterna dei BRICS è finalizzata all’obiettivo strategico di promuovere la costruzione di un sistema multilaterale più adeguato di quello attuale all’affermazione di un modello di sviluppo equilibrato e giusto, in grado di rappresentare meglio le molteplici esigenze dei diversi sistemi nazionali e di venire incontro ai bisogni delle realtà maggiormente colpite dalle disuguaglianze strutturali, le sofferenze in cui si dibatte la maggior parte della popolazione mondiale. Per comprendere il valore e la portata della cooperazione esterna dei BRICS è opportuno aver ben presente le direzioni in cui essa si esplicita.
La prima direzione riguarda la riforma dell’ordine globale esistente. In effetti, fin dalla loro costituzione formale nel 2009 e poi nel corso di tutti gli anni successivi, i BRICS si sono sempre posti come riformatori, non come distruttori dell’ordine globale esistente e del relativo sistema di governance; ad esempio, hanno sempre riconosciuto il ruolo centrale delle Nazioni Unite e di altre Istituzioni internazionali come lo stesso Fondo Monetario e l’Organizzazione Mondiale del Commercio (di cui ovviamente chiedono una riforma). In questo quadro di riforma rientra anche il vertice informale G20 del quale i BRICS hanno sempre riconosciuto, in modo esplicito, il ruolo di principale strumento economico per la costruzione di un modello più equilibrato e valido di sviluppo globale. Questa posizione BRICS è stata confermata anche negli ultimi Vertici del coordinamento, cioè in una fase segnata dall’emergere di un processo inatteso di polarizzazione del sistema internazionale segnato da forti e crescenti tensioni e conflitti, come è la guerra in Ucraina.
La seconda direzione della proiezione esterna dei BRICS riguarda l’ampliamento delle aree regionali e nazionali della cooperazione e dell’allargamento dei membri del coordinamento. Sono i progetti “BRICS Outreach” (estensione) e “BRICS Plus” con i quali si intende rafforzare la cooperazione con il cosiddetto Sud del mondo e rispondere alle richieste di adesione ai BRICS pervenute da numerosi Stati di diversi continenti, dall’America Latina all’Africa, dalla realtà mediterranea al sud-est asiatico. Emblematica è l’impostazione della strategia che il Sudafrica intende promuovere in occasione della sua Presidenza 2023 per intensificare la collaborazione del coordinamento BRICS con le maggiori organizzazioni di sviluppo dell’intero Continente africano.
Quanto al possibile allargamento dei membri del raggruppamento è un fatto che i BRICS sono di fronte a numerose richieste di adesione da parte di Stati che svolgono un importante ruolo nei continenti e nelle aree regionali di riferimento. È il caso delle richieste di adesione e delle manifestazioni di interesse presentate, ad esempio, da Argentina, Turchia, Egitto, Algeria, Iran, Arabia Saudita; come delle strette collaborazioni avviate con le organizzazioni regionali come l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU), l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (SCO) ed altre. Una situazione che segna indubbiamente quantomeno la crescente influenza del coordinamento BRICS nella scena globale.
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L’Impatto dell’azione BRICS sulle aree di interesse dell’Unione europea e dell’Italia
Questo processo di rafforzamento ed allargamento della cooperazione esterna dei BRICS impatta indubbiamente su aree di interesse primario per la Ue e anche per l’Italia.
In America Latina, ad esempio, dove non è ancora avvenuta la firma dell’accordo definito da tempo tra l’Ue e la principale organizzazione del Continente, il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) c’è da chiedersi quale cambiamento di prospettiva può generare la recente richiesta dell’Argentina di aderire ai BRICS, tenendo presente che il Brasile già partecipa fin dall’inizio al raggruppamento, essendo uno dei membri fondatori. Non vi è dubbio che una tale preferenza a favore dei BRICS da parte di due Stati importanti del Continente latino-americano può essere interpretata come il riflesso di uno stato di insoddisfazione nei confronti dell’Europa; quantomeno è destinata a modificare le condizioni di sviluppo a cui partecipano l’Ue e, per quanto riguarda il nostro Paese, anche l’Italia.
Un’analoga situazione si presenta nell’area del Mediterraneo, dove l’adesione ai BRICS è stata formulata da tre Stati importanti: Turchia, Egitto, Algeria. Anche in questo caso, una simile scelta strategica da parte di tre Stati importanti è destinata indubbiamente a ridisegnare il ruolo dell’Ue nell’area Med ed a modificare le condizioni generali di sviluppo. Ciò che vale per l’Ue potrebbe valere per l’Italia, per la quale il Mediterraneo è un’area di primario interesse strategico.
Una situazione simile, di spostamento dell’asse strategico dei rapporti soprattutto politici e sociali, potrebbe prospettarsi nell’intero Continente africano con la Presidenza BRICS 2023 da parte del Sudafrica.
Conclusione
È un dato di fatto che i BRICS sono riusciti a mantenere nel tempo e a rafforzare il loro sistema di cooperazione, interna ed esterna, nonostante i limiti del coordinamento legati alla diversità di situazione interna degli Stati membri ed anche dei contrasti tra alcuni di essi, al debole impianto istituzionale, all’insufficiente incisività nella riforma delle principali Istituzioni della governance mondiale.
È un dato di fatto che la loro attrattività, come nuovo polo di riferimento, si è accresciuta nel tempo, come dimostrano la numerosa partecipazione ai Vertici da parte di Stati esterni al coordinamento e le richieste di adesione di poterne far parte.
È altrettanto evidente che nella scena internazionale è in atto un processo teso alla costruzione di un nuovo multilateralismo per promuovere un modello di sviluppo più equilibrato e giusto nei confronti delle popolazioni maggiormente colpite dagli attuali squilibri e disuguaglianze. Si tratta di un processo che sta portando a rivitalizzare numerosi, importanti strutture di coordinamento regionale o a crearne di nuove.
È un punto aperto di riflessione capire se e come, nell’ambito di questo processo in corso nella scena internazionale, possa confermarsi il ruolo della Ue e dei suoi Stati membri – per quanto ci riguarda, l’Italia – e, in particolare, come possano modificarsi le condizioni per poter continuare, come europei, a partecipare in modo attivo alle nuove dinamiche di sviluppo.
Riferimenti
Prof. Marco RICCERI
Segretario Gen. EURISPES – Coordinatore, EURISPES BRICS – LAB
Email: eurispes.intl-dept@libero.it
Prof. Darwis KHUDORI
Coordinator, International Conference “The Rise of Asia”
Sorbonne University – Université Le Havre Normandie, France