Doping: diffuso per il 58% dei giovani cosentini
Doping: diffuso per il 58% dei giovani cosentini
Oltre il 60 per cento conosce le sostanze dopanti. Quasi un terzo ha nel suo giro di amici chi fa uso di sostanze dopanti. Il 16,8% disposto a doparsi pur di vincere ad ogni costo. E’ quanto emerso da un’indagine sulle droghe e sulle tossicodipendenze realizzato dall’Eurispes Calabria su un campione di 600 giovani della provincia di Cosenza.
Dopo un lungo periodo contraddistinto da dibattiti televisivi, articoli sulla stampa nazionale e locale, convegni e pubblicazioni, – fa rilevare una nota dell’Istituto di ricerca – si è ritenuto proficuo e interessante mettere a disposizione delle comunità istituzionali locali i risultati di una indagine sul fenomeno del doping fornendo alcuni prioritari livelli di informazione: il grado di conoscenza (diretta e indiretta), la diffusione del fenomeno e la vicinanza alle sostanze dopanti. Intervistando i giovani residenti nella provincia di Cosenza, – continuano i ricercatori dell’Eurispes Calabria – abbiamo tentato di circoscrivere il fenomeno per ambiti territoriali e analizzato le tendenze legate all’uso di sostanze dopanti al fine di stimarne la diffusione.
La conoscenza del fenomeno
E’ stato chiesto ai giovani intervistati se conoscessero, genericamente, le sostanze dopanti: il 60,5% di essi è al corrente di quali siano, contro un 39,5% che ammette di non conoscerle. Sono soprattutto i maggiorenni (62% vs 58,5%) ed i maschi (65,4% vs 55,4) ad essere più informati. Le sostanze dopanti più conosciute sono risultate essere gli integratori proteici, note come tali al 68,5% del campione. A seguire le amfetamine, giudicate sostanze che alterano il normale funzionamento dell’organismo umano nel 66% dei casi; gli anabolizzanti, meglio noti come la droga dei “palestrati”, conosciuti dal 57,5% dei giovani della provincia di Cosenza ed, infine, gli steroidi, per cui si registrano percentuali di conoscenza inferiori al 50%. È confortante, inoltre, che più dei due terzi dei giovani e giovanissimi intervistati (71,7%) consideri le sostanze dopanti delle droghe, a conferma che il gran vociare scatenatosi attorno al fenomeno negli ultimi anni abbia, quantomeno, allertato gli animi di chi, per ovvi motivi di età, potrebbe essere considerato un soggetto a rischio. Osservando il campione in considerazione dell’età, il dato non subisce particolari variazioni. Dunque, i ragazzi, intendendo gli intervistati tra i 13 e i 18 anni, dimostrano, al pari dei “giovani adulti” tra i 19 e i 25 anni, una buona competenza sulle sostanze dopanti. Non sono, comunque, da sottovalutare le percentuali di quanti non considerano equivalenti le sostanze epo e le droghe, 10,5% per i minorenni e 10,2% per i maggiorenni. Suddividendo, poi, il territorio provinciale in cinque ambiti, è sorprendente registrare quanto questa variabile si sia dimostrata fortemente differenziante.I giovani residenti nella zona del Tirreno si dimostrano i più consapevoli in materia di sostanze dopanti, paragonandole, nell’89% dei casi, a delle sostanze stupefacenti; a seguire, gli intervistati cosentini (81,5%), i silani (80%) e i residenti sullo Ionio (72%).
La diffusione del fenomeno
Il 57,8% dei giovani intervistati pensa che si faccia “abbastanza” uso di sostanze dopanti in ambito agonistico; il 21,2% ritiene che l’uso di creatina, testosterone, beta-bloccanti e quant’altro in ambienti sportivi sia “molto” diffuso; solo il 21% sostiene che il fenomeno nello sport sia “per niente o poco” diffuso. Le più “allarmate” si dimostrano le donne (59,5%) e i giovani intervistati nella fascia di età 19-25 anni (59,4%). A ritenere che negli ambienti sportivi la pratica del doping sia “abbastanza” diffusa (57,8%), è principalmente chi risiede nel Tirreno; a seguire chi abita nel litorale ionico (64%), i cosentini (59%), chi vive nell’hinterland silano (58%) e, infine i giovani residenti del Pollino (37%). Al fine di circoscrivere ulteriormente l’analisi riguardo alla diffusione del doping in provincia di Cosenza, è stato posto agli intervistati il seguente quesito: …“Quanto ritieni sia diffuso nelle palestre o nei centri sportivi della tua zona di residenza l’uso di sostanze dopanti?”. Incrociando il dato con le classi d’età e sommando le ultime due modalità di risposta (abbastanza e molto), si nota che sono soprattutto i maggiorenni, con uno scarto in percentuale di oltre dieci punti rispetto ai minorenni, a sostenere che nelle palestre e nei centri sportivi della propria zona si faccia “abbastanza” (27,2%) e “molto” (5,8%) uso di sostanze proibite; di contro, la modalità di risposta “per niente” viene scelta solo dal 15,2% dei giovani adulti contro un 28,3% di ragazzi.
La vicinanza alle sostanze dopanti
L’analisi è proseguita con la rilevazione del grado di vicinanza dei soggetti intervistati con le sostanze dopanti, mediante l’esame dei casi in cui si è registrata la presenza del fenomeno nel cosiddetto gruppo dei “pari”. Ebbene, l’esposizione al rischio che ne consegue è risultata piuttosto elevata: a sostenere di conoscere qualcuno all’interno del proprio gruppo di amici che fa uso di sostanze dopanti è ben il 24,3% (quasi un intervistato su quattro) del campione. Di questo, il 25,7% delle risposte è da attribuire ai maggiorenni e il 22,5% ai minorenni.
Sport: il 16,8% disposto a doparsi pur di emergere
Con il termine doping si indica l’uso di sostanze o di procedimenti che aumentano artificialmente il rendimento di un atleta, in vista o in occasione di una gara. E’ un fenomeno, questo, che ha origini antichissime ma che ha assunto proporzioni rilevanti nell’ultimo ventennio. Infatti, anche se le competizioni sportive esistono da sempre, è solo ultimamente che l’imperativo categorico per chi fa sport è diventato “vincere”. La vittoria porta da un lato la gloria e popolarità e dall’altro anche innegabili vantaggi economici e sociali. Dunque, pur di emergere nello sport si sarebbe disposti ad usare anche sostanze dopanti? A questa domanda ben l’83,2% del campione intervistato risponde di “no”. Otto giovani intervistati su dieci non sarebbero disposti ad utilizzare anabolizzanti, anfetamine, steroidi e integratori proteici per emergere nello sport. Da non sottovalutare, comunque, quel 16,8% del nostro campione che alla stessa domanda risponde positivamente. Sono soprattutto i maggiorenni (18,1%) e i maschi (19,6%) ad ammettere, senza esitazione, che utilizzerebbero sostanze anabolizzanti pur di assecondare quell’ambizione sportiva in virtù della quale bisogna “vincere ad ogni costo”.