Dipendenti pubblici: in 3 anni l’inflazione divora quasi il 20% dello stipendio
Dipendenti pubblici: in 3 anni l’inflazione divora quasi il 20% dello stipendio
Nel triennio 2001-2004, il mix perverso costituito da l’aumento incontrollato dei prezzi e gli effetti del fiscal drag hanno contribuito ad una perdita complessiva del 18,4% del potere d’acquisto delle retribuzioni per circa 3 milioni e 400mila lavoratori del pubblico impiego.
In primo luogo, secondo l’impostazione metodologica dell’Eurispes, è stato possibile rilevare che la perdita del potere di acquisto dei dipendenti pubblici, per il solo effetto dell’inflazione, dal 2001 al 2004, non è stata – come sostiene l’Istat – del 9,8%, ma del 22,2%.
La tabella 1 è estremamente chiara: sia con i dati Istat che con i dati Eurispes, i pubblici dipendenti hanno visto diminuire il proprio potere d’acquisto. Se, come noi riteniamo, l’inflazione è stata negli anni passati superiore a quella calcolata dall’Istituto centrale di Statistica, tale perdita di potere d’acquisto è stata di natura tale da modificare profondamente le abitudini di consumo dei pubblici dipendenti.
Tabella 1
Andamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e del loro potere d’acquisto
Variazioni percentuali sui valori medi dal 2001 al 2004
Dati
|
Incremento delle retribuzioni del triennio (A)
|
Inflazione nel triennio (B)
|
Perdita del potere di acquisto C=(A-B)
|
Dati Istat
|
8,0
|
9,8
|
-1,8
|
Dati Eurispes
|
8,0
|
22,2
|
-14,2
|
Fonte: Eurispes.
Tuttavia, la perdita del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici ed in genere di ogni percettore di reddito è ben maggiore di quella misurata operando un semplice confronto fra l’aumento della retribuzione e aumento dell’inflazione. Infatti, all’effetto inflazione, vanno sommati gli effetti prodotti dal meccanismo del fiscal drag dovuti al carattere di progressività del nostro sistema fiscale.
Qual è la dimensione degli effetti del fiscal drag per quanto riguarda i dipendenti pubblici?
Per procedere ad una valutazione complessiva, l’Eurispes ha calcolato un valore medio del fiscal drag prendendo come pesi le retribuzioni del pubblico impiego ed ha ottenuto un coefficiente di 0,525. Ciò ha permesso di calcolare la perdita complessiva di potere d’acquisto dei dipendenti pubblici che, com’è ovvio, pagano le tasse sino all’ultimo centesimo.
Tabella 2
Diminuzione del reddito disponibile reale dei dipendenti pubblici a seguito dell’inflazione e degli effetti del fiscal drag
Variazioni percentuali sui valori medi dal 2001 al 2004 (agosto)
Dati
|
Incremento nominale delle retribuzioni
(A)
|
Fiscal drag
(B)
|
Incremento nominale del reddito netto
C=(A-B)
|
Perdita di valore a seguito dell’inflazione
(D)
|
Perdita complessiva del potere di acquisto
E=(C-D)
|
Dati Istat
|
8,0
|
-4,2
|
3,8
|
-9,8
|
-6,0
|
Dati Eurispes
|
8,0
|
-4,2
|
3,8
|
-22,2
|
-18,4
|
Fonte: Eurispes.
In conclusione negli ultimi tre anni la perdita di potere d’acquisto dei pubblici dipendenti è stata di oltre il 18%.
Per valutare il sacrificio sopportato in media da questa categoria si pensi che ai pubblici dipendenti sono stati sottratti, in soli tre anni, quasi duecento euro ogni 1.000 percepiti. Una perdita secca corrispondente a quella quota di reddito che – in tempi migliori e secondo più efficaci e lungimiranti politiche economiche governative – veniva destinata al risparmio, al quale sempre meno famiglie in Italia riescono ad avvicinarsi.
Allegato 1
Lavoratori del pubblico impiego per settore di appartenenza
Pubblici impieghi
|
I lavoratori del pubblico impiego
|
|
V. A.
|
%
|
|
Servizio Sanitario Nazionale
|
692.002
|
20,49
|
Enti pubblici non economici
|
62.873
|
1,86
|
Enti di ricerca
|
16.992
|
0,50
|
Regioni e autonomie locali
|
578.657
|
17,13
|
Regioni a statuto speciale
|
26.735
|
0,79
|
Ministeri
|
261.915
|
7,75
|
Aziende autonome
|
34.368
|
1,02
|
Scuola
|
1.130.658
|
33,47
|
Università
|
113.393
|
3,36
|
Corpi di polizia
|
321.673
|
9,52
|
Forze armate
|
125.564
|
3,72
|
Magistratura
|
10.514
|
0,31
|
Carriera diplomatica
|
1.007
|
0,03
|
Carriera prefettizia
|
1.567
|
0,05
|
Totale pubblico impiego
|
3.377.918
|
100,00
|
Fonte: Centro documentazione dell’Eurispes.
Allegato 2
Numero dei pubblici dipendenti e loro retribuzioni lorde medie annuali per settore
Settori di appartenenza
|
Numero dipendenti
|
Retribuzione media
lorda annua pro capite
|
|
V.A.
|
%
|
||
Università
|
113.393
|
3,36
|
36.172
|
Enti di ricerca
|
16.992
|
0,50
|
33.843
|
Corpi di polizia
|
321.673
|
9,52
|
32.381
|
Servizio sanitario nazionale
|
692.002
|
20,49
|
31.418
|
Forze armate
|
125.564
|
3,72
|
31.289
|
Enti pubblici non economici
|
62.873
|
1,86
|
31.271
|
Ministeri
|
261.915
|
7,75
|
29.891
|
Regioni e autonomie locali
|
578.657
|
17,13
|
28.050
|
Scuola
|
1.130.658
|
33,47
|
27.580
|
Aziende autonome
|
34.368
|
1,02
|
24.599
|
Totale pubblico impiego
|
3.338.095
|
98,82(*)
|
29.603
|
(*)Il dato non è pari a 100 perché non sono compresi nella tabella magistrati, diplomatici e carriera prefettizia.
Fonte: Eurispes.
Allegato 3
Numero dei pubblici dipendenti e loro retribuzioni lorde medie mensili per settore
Settori di appartenenza
|
Numero dipendenti
|
Retribuzione media
lorda mensile
|
|
V.A.
|
%
|
||
Università
|
113.393
|
3,36
|
2.782
|
Enti di ricerca
|
16.992
|
0,50
|
2.603
|
Corpi di polizia
|
321.673
|
9,52
|
2.491
|
Servizio sanitario nazionale
|
692.002
|
20,49
|
2.417
|
Forze armate
|
125.564
|
3,72
|
2.407
|
Enti pubblici non economici
|
62.873
|
1,86
|
2.405
|
Ministeri
|
261.915
|
7,75
|
2.299
|
Regioni e autonomie locali
|
578.657
|
17,13
|
2.158
|
Scuola
|
1.130.658
|
33,47
|
2.122
|
Aziende autonome
|
34.368
|
1,02
|
1.892
|
Totale pubblico impiego(*)
|
3.338.095
|
98,82(*)
|
2.277
|
(*)Il dato non è pari a 100 perché non sono compresi nella tabella magistrati, diplomatici e carriera prefettizia.
Fonte: Eurispes.
«Tra l’altro – conclude il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara –, anche la stessa modalità di calcolo da parte dell’Istat, delle variazioni delle retribuzioni dei dipendenti pubblici è piuttosto discutibile. nfatti – prosegue Fara – l’incremento di retribuzione dei dipendenti pubblici è calcolato sulla media fra quello degli statali da un lato e quello dei dipendenti degli Enti locali e degli Enti di previdenza dall’altro, che, pur essendo in numero minore, fanno salire la media, perché hanno messo a segno aumenti più consistenti. Ora tutti comprendono che sarebbe sicuramente ingiusto penalizzare milioni di dipendenti dell’Amministrazione centrale (fra i quali numerosissimi sono i lavoratori notoriamente sottopagati, come i maestri e gli insegnanti), soltanto perché altre categorie (la cui consistenza numerica è minore) sono riuscite nel tempo a migliorare in maniera significativa la propria posizione».