9°Incontro Laboratorio Eurispes sui BRICS: valutazione dei risultati dell’XI vertice dei BRICS – Sintesi

Si è tenuto il 13 dicembre 2019, presso il Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, il 9° incontro del Laboratorio Eurispes sui BRICS a cui hanno aderito esperti e diplomatici italiani: il Ministro Plenipotenziario Ambasciatore Enrico Granara, coordinatore per gli Affari Multilaterali nell’Area Euro-Mediterranea e nel Golfo (DGAP), e il Dott. Lorenzo Vermigli, della Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni del Globo (DGMO II) del Maeci; i rappresentanti delle Ambasciate degli Stati appartenenti ai  Brics, S.E. l’Ambasciatore Prof. Shirish Soni e il Primo Segretario Politico Kgomotso Lekalakala dell’Ambasciata del Sudafrica; Oleg Kostyukov, dell’Ambasciata della Federazione Russa; l’esperto Prof. Alexander Linnikov, Prorettore e Responsabile dei Rapporti Internazionali della Financial University della Federazione Russa.

L’incontro, coordinato dal Prof. Marco Ricceri, Segretario generale dell’Eurispes, inquadra, dopo una serie di riflessioni introduttive sulla Presidenza BRICS 2019 del Brasile, quattro temi principali: 1) i BRICS e la minaccia di una nuova crisi sistemica globale; 2) quale futuro per i BRICS?; 3) punti di chiarezza sulla natura del coordinamento BRICS; 4) le grandi infrastrutture e gli insediamenti urbani (continua a leggere). 

La Presidenza BRICS 2019 del Brasile

Nell’introdurre i lavori dell’Incontro, vengono evidenziati l’impegno e i risultati ottenuti dal Brasile in occasione della presidenza BRICS 2019, tra cui l’apertura, proprio in Brasile, di una filiale della Nuova Banca di Sviluppo (NDB), la banca dei BRICS. Vengono illustrati i principali punti della strategia BRICS e il loro ruolo nello scenario internazionale: 1) i BRICS sono un coordinamento tra Stati, non una alleanza politica; 2) questo coordinamento non opera “contro” ma piuttosto agisce “per” rafforzare la cooperazione internazionale, contribuendo alla promozione di uno sviluppo più equo e sostenibile, coinvolgendo i paesi emergenti e/o in via di sviluppo; 3) tutte le iniziative realizzate dai BRICS sono promosse in raccordo con le principali Istituzioni internazionali formali ed informali; 4) i BRICS promuovono la difesa e il rafforzamento del multilateralismo nel sistema delle relazioni internazionali; 5) i BRICS hanno l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle condizioni di sviluppo, innanzitutto per i cinque stati membri, ma anche per le aree regionali con maggiori difficoltà, perseguendo una collaborazione ricettiva ai contributi esterni.

Diversamente dall’Ue, i BRICS non hanno una propria struttura autonoma, non operano in alternativa ad altre Istituzioni, e non hanno un budget comune. Si tratta di una formula originale che facilita le collaborazioni su problemi generali e specifici e che ha promosso la creazione della New Development Bank (NDB) e del Fondo Contingence Reserve Arrangement (CRA).

BRICS e ruolo dell’Italia

L’Italia potrebbe rivestire un ruolo strategico nella costruzione di rapporti di collaborazione, in particolare nel Sud Europa, la cui area è considerata di grande interesse, sia per gli Stati BRICS sia per gli organismi di varia natura come l’Indian Ocean Rim Association (IORA) e l’Unione Africana (UA). In particolare, l’Italia potrebbe rappresentare un ponte riguardo al tema della cooperazione tra Università e centri di ricerca scientifica, al fine di promuovere uno sviluppo globale sostenibile. In seno ai BRICS, è già in essere una rete permanente di Università aperte alle più ampie collaborazioni, di cui l’Italia può diventare un riferimento importante.

1° TEMA: I BRICS e la minaccia di una nuova crisi sistemica globale

L’XI Vertice BRICS di Brasilia, tenutosi il 13 e 14 novembre 2019, si è chiuso con una Dichiarazione finale dai forti moniti per il preoccupante indebolimento della crescita globale e per il rischio di una nuova crisi mondiale.

Gli esperti hanno potuto discutere attraverso le relazioni proposte sui principali elementi negativi registrati negli andamenti dei mercati finanziari, con dati ricavati dal Fondo monetario internazionale (Fmi), della Banca dei regolamenti internazionali (Bri), e del Financial stability board (Fsb). Essi riguardano: 1) La bolla del debito mondiale che ha raggiunto, nel 2019, i 255mila miliardi di dollari; 2) Il Corporate debt, ovvero i titoli obbligazionari emessi dalle società per cercare finanziamenti, diventata la minaccia più seria per il sistema economico e finanziario; 3) Lo Shadow banking, che attesta come il mondo della finanza sia cambiato e come non siano più le banche a detenere la maggior parte degli attivi finanziari globali; 4) I derivati otc (over the counter), la cui crescita continua ad aumentare, in particolare quella dei derivati finanziari non regolamentati-otc; 5) dovuto al rafforzamento del sistema monetario, il consolidamento delle voci che invocano il superamento del dollaro quale moneta di riferimento a favore di un paniere di monete che rappresenti un nuovo sistema monetario internazionale.

2° TEMA: Quale futuro per i BRICS dopo il Summit di Brasilia? 

L’analisi dei contenuti della “Dichiarazione di Brasilia 2019”, ha fatto emergere il negativo e sostanziale arresto nel progresso della Strategia BRICS Plus, plasticamente visualizzato dall’assenza di paesi terzi al summit di Brasilia.

Nel documento i BRICS hanno comunque avvalorato la necessità di riformare le istituzioni di Bretton Woods – Fondo Monetario Internazionale (IMF) e l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) in primis – sebbene la riforma debba limitarsi principalmente al meccanismo di funzionamento delle suddette istituzioni. La Dichiarazione ha, inoltre, confermato il valore positivo delle iniziative che caratterizzano la cooperazione tra gli stati BRICS, quali la Women Business Alliance, il BRICS Business Council e il BRICS Business Forum, e riconosciuto la necessità del potenziamento della New Development Bank (NDB) e del Contingent Reserve Arrangement (CRA).

Infine, i relatori hanno esaminato le possibili cause di stallo della coalizione, imputabile, a loro avviso, alla diversità dei cinque paesi membri – sia sul piano economico che politico –  alle performance economiche dissimili, al diverso peso nel panorama internazionale, e agli obiettivi spesso in contrasto tra loro.

3° TEMA: Punti di chiarezza nella strategia BRICS. Un possibile ruolo dell’Italia

La natura dei BRICS è quella di avere un coordinamento che promuove e valorizza l’identità dei propri Stati membri. Sulla scena internazionale, i BRICS rappresentano un elemento di novità strutturale e non congiunturale, la cui vision è quella di sostenere la correzione degli attuali processi di globalizzazione, al fine di creare una diversa governance mondiale. Le strategie economiche dei BRICS, sono finalizzate al recupero del ruolo primario dell’economia reale sulla economia finanziaria e alla creazione di un sistema monetario più coerente.

L’Italia esprime una valutazione positiva della realtà BRICS come opportunità di crescita per tutti e sarebbe auspicabile l’organizzazione di un Forum Permanente Italia-Brics sulla Cooperazione e lo Sviluppo, sul “modello 5 più 1”, BRICS più Italia.

4° TEMA: Grandi infrastrutture e insediamenti urbani

L’ultimo grande tema trattato nel corso dell’incontro è quello attinente la costruzione dei grandi corridoi infrastrutturali quale elemento strategico di valore geo-economico e geo-politico. Attualmente, vi sono numerose iniziative in corso, promosse da organismi di coordinamento sovranazionale, da Stati singoli, e da enti ed agenzie per lo sviluppo. Queste opere rappresentano grandi opportunità di sviluppo, anche in virtù della potenziale azione di riequilibrio urbano e territoriale che possono apportare grazie alla costruzione di nuovi insediamenti e connessioni lungo i corridoi stessi, invertendo la negativa tendenza alla concentrazione urbana. È questa la proposta italiana degli “Smart Corridors”.

Il rischio invece, più che mai concreto ed attuale, è che i nuovi corridoi infrastrutturali diventino, sui territori attraversati, delle ulteriori vie di fuga della popolazione dalle aree periferiche verso le megalopoli, acuendo il fenomeno già in corso. Proprio l’esperienza maturata dall’Unione Europea, con la Trans European Network-Transport (TEN-T), potrebbe dare un contributo positivo alla correzione di alcuni limiti.

Conclusione. Il dibattito, seguito all’incontro, ha messo in luce alcune questioni: 1) se è vero che le preoccupazioni per una possibile crisi internazionale indurranno i BRICS a rafforzare la loro collaborazione pragmatica, privilegiando gli interventi sulle situazioni interne, in quale misura questo orientamento li allontanerà dall’obiettivo strategico della costruzione di un’alternativa all’attuale modello di sviluppo? 2) con riferimento al ruolo della Cina e al suo modello di economia, così diverso da quello degli altri paesi BRICS, come saprà operare per promuovere la collaborazione tra i mercati, agendo anche per la collaborazione degli altri Stati BRICS? 3) Ed infine, sarebbe augurabile che i corridoi infrastrutturali di trasporto, che vedono imprese pubbliche e private europee concorrere con grandi imprese cinesi, giocassero un ruolo nel favorire la collaborazione tra BRICS e Ue, che finora è mancata.

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