Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana – di Marco Omizzolo

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (Milano), 2019 – 176 pagine

Un viaggio nel cuore delle agromafie, tra caporali che lucrano sul lavoro di donne e uomini, spesso stranieri, sfruttati nelle serre italiane. Braccianti indotti ad assumere sostanze dopanti per lavorare come schiavi. Ragazzi che muoiono – letteralmente – di fatica. Donne che ogni giorno subiscono ricatti e violenze sessuali. Un sistema pervasivo e predatorio che spinge alcuni lavoratori a suicidarsi, mentre padroni e padrini si spartiscono un bottino di circa 25 miliardi di euro l’anno.

Un viaggio, quello di Omizzolo, condotto da infiltrato tra i braccianti indiani nell’Agro Pontino e proseguito fino alla regione indiana del Punjab, sulle tracce di un trafficante di esseri umani. Un viaggio che parte dall’osservazione per arrivare alla mobilitazione: scioperi, manifestazioni, denunce per rovesciare un sistema che si può sconfiggere.

Sui campi ci si spezza la schiena ma si trova anche la forza di agire e lottare per la libertà.

Marco Omizzolo: Sociologo, responsabile scientifico di In Migrazione, presidente del centro studi Tempi Moderni e ricercatore Eurispes. Collabora con il master “Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali” della Ca’ Foscari di Venezia, con il corso “Tutela dei diritti dei migranti” dell’Università di Pisa e, come giornalista, con varie redazioni italiane (Il Manifesto, L’Eurispes, Articolo 21, L’Espresso). È anche docente e ricercatore Amnesty. Ha lavorato per diversi mesi come bracciante infiltrato nelle campagne pontine al seguito di braccianti punjabi, sotto caporale indiano e padrone italiano, per studiare l’esperienza del caporalato. Nel 2019 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua coraggiosa opera in difesa della legalità attraverso il contrasto al fenomeno del caporalato. Sempre nel 2019 è divenuto Human Rights Defender. Da due anni vive sotto vigilanza da parte delle forze dell’ordine per via delle numerose minacce subite per la sua attività di ricerca e mobilitazione.


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